diretto da Luigi Chiarini
Due attrici arrivano alla locanda dove alloggia il conte di Albafiorita, con l'intenzione di persuaderlo ad investire denari per la prossima rappresentazione della loro compagnia. Qui restano coinvolte nelle vicende di Mirandolina, la bella giovane proprietaria della locanda che si destreggia tra le attenzioni del marchese di Forlimpopoli, di antica nobiltà decaduta, e quelle del conte, un ex mercante che ha comprato il titolo nobiliare con le ricchezze accumulate. A queste si aggiungono le gelosie del cameriere Fabrizio, che lavora da tempo per Mirandolina, e le ruvidezze del cavaliere di Ripafratta, un misogino che la locandiera si impunta a voler far innamorare di sé...
Liberamente tratto dalla omonima commedia di Carlo Goldoni, la pellicola si apre pittorescamente (in riferimento ad un episodio giovanile del Goldon), con il Burchiello, un antico mezzo di trasporto fluviale trainato da cavalli a riva, che collegava Padova e Venezia, sul quale la compagnia dei comici del Poeta, (ovvero il Goldoni) discute su che cosa debba trattare il teatro : la fantasia, l'improvvisazione delle maschere della Commedia dell'Arte, che si muovono su canovacci noti e ormai consunti, o piuttosto attingere alla realtà, alla freschezza dei fatti quotidiani? Si trattava di una controversia che il Goldoni ebbe con Carlo Gozzi, autore suo contemporaneo, che viene poi ripresa nel finale, quando Mirandolina e gli avventori della locanda invadono il palcoscenico con le loro vicende, sulle tavole del quale si sta rappresentando uno dei più noti lavori del Gozzi, la fiaba Turandot ( sì, la stessa dell'opera lirica pucciniana). Una questione che rispecchia anche gli intenti e i desideri del regista e degli sceneggiatori di questa pellicola, promotori di un cinema realista.
La pellicola ebbe una lavorazione travagliata a causa degli eventi bellici del 1943, Chiarini non ne curò il montaggio e non la riconobbe come sua. Cast notevole, oltre ai sopra citati, ci sono anche Paola Borboni, Gino Cervi, Elsa De Giorgi, Mario Pisu, Olga Solbelli; i costumi sono di Gino Sensani. Girato nei teatri di posa del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e gli esterni nella zona del Brenta.