Suzanne - Leonard Cohen
Il testo racconta di una giornata nel lontano 1964
trascorsa dall'autore sulle rive del fiume San Lorenzo
ospite in casa di Suzanne Verdal, coreografa e ballerina,
nonchè moglie di un suo caro amico, lo scultore Armand Vaillancourt.
I due chiacchierano amabilmente sorseggiando del the sulla veranda
mentre lo scorrere lento dell'acqua culla i loro pensieri
i sorrisi, gli sguardi, le parole e i silenzi.
Null'altro, eppure la peculiare scansione poetica dell'autore
riesce a tradurre un incontro banale e all'apparenza innocente
in un brano letterario musicale denso di emozioni vere e profonde
sublimandole alfine d'una recondita impronta salvifico religiosa.
Certo parlare d'amore virtuoso ai tempi di quello virtuale
a qualcuno potrà sembrare un tantino anacronistico
ma in fondo sono fatti entrambi della medesima sostanza
perchè i sentimenti non trascorrono con l'alitare del vento
o il mutare delle stagioni e il loro destino è simile a quello
dei semi sparsi dal contadino nel campo appena arato:
su mille forse domani ne germoglierà uno solo.
Un'antica leggenda indiana narrava come ogni notte la luna
trasformasse gli amori morti ancor prima di nascere in gocce
di rugiada che poi la mattina seguente i raggi del sole
incendiavano per farne stelle da condurre in cielo.
Sarà forse per questo che l'universo è infinito
e pure in via d'espansione.